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«Più volte, nelle scorse settimane, anche negli interventi in Parlamento, avevamo rilevato come la Russia fosse il Paese più attrezzato per la guerra cybernetica». Adolfo Urso, presidente del Copasir, non appare sorpreso dell’hackeraggio subito dai siti del Senato, del ministero della Difesa e dell’Iss tant’è vero che la prima relazione presentata al Parlamento riguardava proprio la cybersicurezza.
poi ancora con iperbolico parallelo:
«È difficile interpretare i messaggi sempre che vi siano. In ogni caso mi appare emblematico: Parlamento, Difesa, Sanità. Cioè democrazia, sicurezza, salute. La pandemia è stata l’occasione in cui quei sistemi autoritari hanno utilizzato la rete per farci credere che i loro vaccini fossero i migliori al mondo».
COMMENTO
L’autore nell’intervista riceve “consistenti” rivelazioni sulla provenienza degli attacchi, ovvero la Russia, ma si scorda di chiederne la verifica. Risulta peraltro che tra i maggiori produttori di attacchi informatici già negli anni scorsi, vi fosse l’Ucraina. A quanto pare improvvisamente ora l’Ucraina è posta tra i virtuosi della Rete. Il colpo maestrale è il “parallelo” tra Parlamento, Difesa, Sanità e democrazia, sicurezza, salute.
Partendo dal primo: le elezioni sono rarefatte, la difesa è diventata attacco e per la sanità aspettare due mesi per una radiografia è il contrario di salute.
Nonostante tutto questo l’autore non ha posto alcuna domanda, di conseguenza è legittimo ritenere che l’intervista fosse di fatto un proclama. Cose da ministero per la propaganda.
COMMENTO
Nell’intervista ad Anzaldi, il ruolo del giornalista sembra sia quello di megafono, quasi a dover dare parola (e sostenerla). Per esempio non entra nel merito delle notizie divulgate da Report (e non solo). In definitiva un ruolo chino e prono all’oratore di turno. Cosa “strana” è che un giornale anticamente non favorevole alla sinistra sia così delicato con Italia Viva (Renzi).