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COME I SOLDI SONO DIVENTATI NEMICI DELL’UMANITÀ
Mi viene in mente Berthold Brecht che si chiedeva se fosse più colpevole rapinare una banca piuttosto che fondare una banca.
Bella domanda.
Lo scambio è vitale, in Natura ed anche in economia. All’inizio vi fu il baratto poi l’oro oppure i metalli e poi, dopo le “note di banco”, arrivarono anche le banconote.
Naque presto la necessità di “stampare” moneta (cartamoneta), la quale doveva essere commisurata all’oro posseduto. Era una sorta garanzia, un po’ come chiedere il mutuo e dare in garanzia la casa del nonno.
Il rapporto tra oro e denaro veniva chiamato “gold standard”. Nel corso degli anni, a partire dal 1870, qualcuno volle svincolarsi dalla regola del gold standard e finalmente nel 1973 alcune economie occidentali2 (un tempo le più dinamiche) abbandonarono l’oro.
Il motivo, così si dice, è che oramai si producono troppi beni il cui valore supera di gran lunga le disponibilità delle riserve auree.
Se fosse musica, le banconote allora verrebbero stampate ad libitum, a piacere. Ma a piacere di chi? Forse per chi le vende?
Lasciamo sospesa la domanda e proseguiamo.
LE “CARTE”
Le società civili evolvono (forse è opinabile) ed evolvono anche i metodi di pagamento.
Ecco una probabile sequenza:
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baratto
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monete
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note di banco
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banconote
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carte di credito
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carte di debito
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microchip
Quindi come visto, all’inizio era scomodo portarsi dietro il gregge per pagare la farina, quindi si passò alle monete (o contante). Poi, nel tempo , divenne scomodo anche il contante ed ecco allora le carte:
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a credito
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a debito (bancomat)
Pian piano anche le “carte” diventano scomode e allora arriva il microchip oppure il riconoscimento facciale (biometrica).
Torniamo alle “carte”.
Con le carte di credito entrano in scena diverse aziende: Amex, Diners, Mastercard, Visa, ecc., mentre per le carte a debito gli attori sono direttamente le banche.
Inizialmente possedere una o più carte di credito dava importanza o lustro, poi col tempo l’offerta si è allargata ai redditi medio-bassi.
Nell’ambito delle carte di credito ci sono diversi ruoli degli operatori:
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emettitore
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distributore
L’emettitore è l’azienda che stampa la carta di credito, p.es. American Express.
Il distributore è una azienda, tipicamente una banca, che propone la carta di credito ai suoi clienti.
Per ogni operazione, od acquisto, è prevista una commissione per l’emettitore ed un retrofit per il distributore (nel caso sia presente).
Le commissioni variano da carta a carta, ma mediamente la fascia è da un minimo di 0,7% ad un massimo di 1,5% relativamente al valore dell’operazione.
Esiste una soglia di importi minimi sotto i quali la commissione non è dovuta. Nella realtà anche per acquisti irrisori, la commissione, pur se in
altra forma, esiste sempre. Infatti l’emettitore avrà il margine nei giorni di valuta.
Recentemente sono apparse sul mercato delle carte che si appoggiano su un conto interno e non direttamente sul conto corrente del cliente. Questo consente di evitare le commissioni su piccoli importi.
CONTANTE PERICOLOSO
Dicono che il denaro non dia la felicità, in particolare dicono che il contante sia addirittura pericoloso.
Per molti il pericolo è quello di rimanere senza soldi, ma a quanto pare ci sono altri problemi.
Il contante favorirebbe il “nero” e quindi l’evasione. Di conseguenza il Paese rischia di non avere abbastanza soldi per pagare le garze degli ospedali o per pagare i vitalizi dei parlamentari.
Poi arriva il Covid-19 e anche qui il contante diventa pericoloso perché il morbo, subdolamente sfruttando l’increspatura delle banconote, si nascondeva e rimaneva in agguato in attesa di un ignara vittima (vaccinata o no che fosse, tanto il rischio era lo stesso). Bastava un
prelievo al bancomat e la sorte era decisa. Uno, due e tre: prelievo, tachipirina e vigile attesa1. Non c’è due senza tre.
Infine il contante produce CO2, tanto che potremmo chiamarla “anidride monetaria”.
Molti erano rimasti al fatto che se uno prendeva una manciata di banconote e gli dava fuoco, faceva un danno all’ambiente. In questo caso i poveri si dimostravano virtuosi perché raramente bruciavano il denaro buttandolo nel camino.
Riassumendo: “nero”, malattia e inquinamento.
LA COMMUNITY
Siccome molti continuano ad usare il contante, ecco che qualcuno ha pensato bene di organizzare una “comunità”, un po’ come le comunità che aiutano i tossicodipendenti ad uscire dal “tunnel”.
In questo caso l’uscita è “fuori dal contante” ovvero la rinuncia al portafogli.
Anche in questo caso è la “filantropia” a promuovere queste iniziative: si propone in questo compito lo “Studio Ambrosetti”, di Cernobbio. Questa azienda promuove iniziative finanziarie, compie studi di economia, è un po’ come un Davos de noantri e quindi, per conseguenza si interessa anche di contante.
Per dare maggiore spinta, lo “Studio Ambrosetti” ha fondato una comunità, una sorta di “San Patrignano del portafogli”: la comunità ha un nome chiaro: “Community Cashless Society”. Questa comunità di recupero dei contantisti, ha studiato la situazione ed ha individuato gli obiettivi (che riporto fedelmente):
Affermare l’Italia come un Paese digitalizzato e moderno entro il 2030 a partire dai sistemi di pagamento, aumentando
la consapevolezza che la digitalizzazione dei pagamenti è una premessa indispensabile per:
avere un Paese più equo e onesto, capace di ridurre quasi a zero l’incidenza del VAT gap sul PIL;
aumentare le probabilità di successo nel contrasto all’evasione e all’economia sommersa, raggiungendo almeno la media europea dei pagamenti elettronici;
porre le basi per lo sviluppo di una filiera dei pagamenti nazionale competitiva, in grado di generare fino a 10.000 nuovi posti di lavoro;
raggiungere l’obiettivo di ridurre a più della metà l’incidenza del contante sul PIL, dall’attuale 14,3% a circa il 6%.
Forse è una coincidenza, ma sul fatto di voler arrivare al 2030 senza contante, vi è anche la famosa “Agenda 2030” la quale vorrebbe tutti i Paesi più “equi”. Sfugge il nesso tra il contante e la delinquenza. Sarebbe come dire che i coltelli favoriscono i reati di sangue. Ragionando in questo modo quasi tutto diventa “istigazione”, ma questo è quanto dichiarano.
Poi la prudenza pare prevalere quando dicono “aumentare le probabilità di successo nel contrasto all’evasione”, come dire che ci si prova, visto mai che “funzioni”.
Non viene spiegato come si possono creare 10.000 posti di lavoro avendo una filiera di pagamenti competitiva.
Infine, non paghi, gli studiosi dello “Studio Ambrosetti” hanno studiato che l’obiettivo è di far passare dai POS altri 173 miliardi di euro in modo da poter versare alle banche i tanto agognati 2,07 miliardi di euro di commissioni. Lo chiede l’Agenda 2030.
A DIRE IL VERO…
A ben vedere le cose stanno in modo un po’ diverso.
IL NERO
Il contante favorisce il “nero”. Falso.
Alcuni paesi ove il contante è libero, l’evasione è minima, per esempio la Svizzera. Esiste invece una curva, quella di Laffer, la quale descriverebbe l’andamento dell’evasione in funzione delle imposte.
In Italia la tassazione oltre che essere è elevata, è anche complessa da ottemperare.
È ragionevole ritenere che negozianti ed artigiani, le due categorie spesso “incriminate” di evasione fiscale, non siano tutti degli evasori istintivi, verosimilmente per molti di loro si tratta di sopravvivenza. Esiste, ed è fisiologica, una quota di evasori irriducibili che però è una minoranza: la maggioranza ama dormire tranquilla.
IL COVID
I l contante “trasmette” il Covid. Falso. Nella letteratura medica non esiste uno studio che evidenzi un maggior rischio per chi utilizzi il contante, rispetto ad altre forme di pagamento. Tra l’altro, molti medici preferiscono il contante, segno che tanto pericoloso non deve poi esserlo. In ogni modo, la tesi che il contante “diffonda” il Covid è una ardita ipotesi il cui duplice scopo era probabilmente quello di stimolare il desiderio al “siero mRNA” e nel contempo passare al pagamento elettronico.
ANIDRIDE MONETARIA
Il contante produce CO2. Falso. Al momento non esistono studi a riguardo. Tale affermazione viene in effetti riportata da diversi media, ma mancano i riferimenti scientifici. Si potrebbe pensare che il contante comporti dei costi per il trasporto, ma è anche vero che un datacenter non funziona a batterie e richiede una mole di energia considerevole, sia per l’avvio e sia per il mantenimento in esercizio.
Va poi ricordato che tutta l’infrastruttura per il pagamento elettronico deve essere sempre attiva – 24/24h e 365 giorni all’anno – e quindi alimentata, magari con energia elettrica da centrali a carbone.
CHI SOSTIENE
La lotta al contante è difficile e sono quindi scese in campo le forze migliori: banche, emettitori di carte e grande distribuzione organizzata (GDO), ovvio.
Ecco alcuni “amici” di “Cashless Community”:
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Intesa San Paolo
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ING Direct
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American Express
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Paypal
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Mastercard
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Euronics
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Telepass, …
Vi è anche un nutrito drappello Pubbliche Amministrazioni:
- Inail
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ACI Informatica
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Comune di Torino
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Comune di Genova
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Comune di Palermo
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Comune di Venezia
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Regione Lombardia
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Regione Campania
E qualche partito:
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Mov 5 stelle
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Forza Italia
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PD
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Calenda
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Fratelli d’Italia
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Lega/Salvini
m a anche:
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UIL
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CGIL
Ora, sulla prima lista, quella delle banche, niente da dire, è naturale. È invece strano vedere dei Comuni e non parliamo dei Partiti, ma che dei sindacati si preoccupino delle carte di credito appare davvero singolare.

Per quale motivo i partiti sono contro il contante?
Per quale motivi i sindacati sono contro il contante?
Per quale motivo le banche, i partiti ed i sindacati lottano insieme contro il contante?
Apparentemente si tratta di una “crociata” contro l’evasione fiscale. Ma siamo davvero sicuri?
ALTRO PERICOLO
Il contante pare sia pericoloso anche per chi vuole fare politica attiva.
Prendiamo l’esempio di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo.
Nell’estate del 2024 la gaudente Kaili si trovò nei guai per aver custodito una valigia piena di contanti e quindi le malelingue, sempre al lavoro, arrivarono a parlare di “corruzione” politica.
Stessa sorte era toccata qualche anno prima anche al cane della Cirinnà: 20K euro nella cuccia, segno che davvero il cane è il miglior amico dell’uomo.
Per la Kaili possiamo immaginare il suo sgomento, quando le fu chiesta la provenienza di cotanto denaro: 750.000 euro1 e ben sapendo che nessuno dà qualcosa senza un motivo.
I TRANQUILLANTI
A ben vedere i sindacati, unitari, hanno un preciso ruolo: fungono da “sponda sociale” per i partiti. Con la loro presenza i sindacati possono dare l’idea al popolo lavoratore che qualcuno ha a cuore le sorti dei lavoratori, mentre da qualche parte qualcun’altro li critica aspramente (sempre quelli unitari, s’intende).
Questo “qualcuno” ha delle ragioni, infatti in 40 anni abbiamo:
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dimezzato i salari
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ogni anno 1100 morti sul lavoro (in media)
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un bel concertone in Piazza S. Giovanni
Abbiamo molti lavoratori che lavorano per meno di 5 euro all’ora: qui non è questione di carta di credito, ma di dignità, sia del lavoratore e sia di chi lo dovrebbe sostenere. Dovrebbe, in teoria…